Viaggiare senza green pass: un nuovo approccio al turismo

In questo mondo bisogna fare di necessità virtù e soprattutto non bisogna mai disperare. Per questo viaggiare senza green pass non si è dimostrato un problema per me, ma anzi una chiave per aprirmi le porte di un mondo che conoscevo poco, come quello sostenibile e della sopravvivenza. Con quest’ultimo intendo quei viaggi fatti in mezzo alla natura, senza niente a disposizione se non la propria inventiva e tanta calma e sangue freddo.

La scoperta del campeggio

Devo quest’incredibile scoperta a mia sorella e al suo ragazzo che, nella primavera del 2020 mi portarono per la prima volta in un camping. Non c’era ancora allora il problema del viaggiare senza green pass, ma è stato un modo perfetto per iniziarmi a quello che è diventato il mio unico modo di muovermi. Quello era decisamente un campeggio di lusso, ma devo dire che è stato l’ideale per il mio debutto in tenda.

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Il camping era affacciato al lago d’Iseo e, insieme alla vista mozzafiato, offriva anche dei calici di Prosecco degni di nota. Da qual momento ho iniziato a cercare spot dove appostarmi con la tenda che avessero una visuale meritevole e il vino ho iniziato a portarmelo da casa. Quella della tenda è un’esperienza forse non per tutti, ma di cui non posso più fare a meno. un vero e proprio contatto con la natura, in zone e luoghi tendenzialmente poco battuti e quindi senza contatti con essere umani infetti.

Ricordo però che, insieme agli altri milioni di cose vietate in Italia, il campeggio libero non è consentito, mentre la normativa sul bivacco varia da regione a regione, quindi non appostatevi a caso.

Viaggiare senza green pass: come sopravvivere senza ristoranti

Facile, fornelletto da campeggio! Altro regalo dei miei adorati sorella e cognato, questa volta nel 2021, quando mi è servito ad affrontare diverse cene in giro per la penisola italiana. Dal risotto con gli asparagi, al cenone di Capodanno con tortellini, cotechino e lenticchie, devo dire che ci siamo sempre trattati bene.

Che dire di quella volta, quando a Ferrara mangiammo cappellacci di zucca al ragù e anguilla alla piastra. Aver lavorato per diversi anni nelle cucine di tutto il mondo è servito, devo ammetterlo e poi, la bellezza di una cena davanti ad un tramonto spettacolare nel bel mezzo del nulla, ha il suo fascino.

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Esistono anche soluzioni più alla mano, come un etto di prosciutto cotto, una confezione di gorgonzola e un panino da farcire, ma alla fine, viaggiare senza green pass non vuol certo dire fare la la fame.

Niente musei, niente mostre e niente sport

Fin quando mi sarà concesso, continuerò a visitare le città con il naso all’insù, non per la puzza sotto il naso, ma per la bellezza che si può ammirare da cielo a terra. l’Italia è un museo a cielo aperto, quindi vedere una mostra o un museo in meno, non mi ucciderà di certo. Per quanto riguarda lo sport, be, non sono mai stata un’atleta provetta. La mia unica palestra è la natura , cinghiali permettendo, continuerò a fare le mie escursioni e a percorrere i miei sentieri.

No green pass, no party

matrimonio_celtico
matrimonio_celtico

Sbagliato, io mi sono sposata lo stesso e risparmiando anche sugli invitati. Non eravamo ancora in questa folle situazione, ma l’idea di sposarmi in mezzo alla natura, con un rito celtico, è quello che è sempre immaginato come concetto di matrimonio perfetto. Io, lui, un druido e una sacerdotessa, non avrei potuto chiedere di meglio. La festa? Credo che l’idromele della celebrazione sia bastato ad entrambi!

Pensieri finali

Terzani ha scritto ed espresso in più di un frangente, che una buona occasione nella vita si presenta sempre ma che la difficoltà a volte sta nel riconoscerla. Questa massima è applicabile a tanti aspetti legati alla nostra quotidianità. Alle nostre azioni, al nostro modo di agire, pensare, interpretare e perché no anche di viaggiare.

Non è banalmente un “sapersi adattare”, perché viaggiare sapendo che determinate cose non è possibile farle è stata una grande molla per potersi reinventare e confrontare faccia a faccia con le proprie semplici esigenze, fino a misurare il proprio ingombro di fronte alla natura. Per cui una pipì notturna, un luogo per dormire in tenda, un pasto preparato sotto il sole in spiaggia piuttosto che in montagna, ha richiesto in sacrificio la rottura di molte frontiere mentali, reti invisibili nelle quali si è cresciuti ed abituati a vivere. La riprogrammazione, il reset, è una delle promesse che ci facciamo di più dopo la dieta a seguito del Natale, ed è forse più difficile ancora, è il famoso abbandono della comfort zone.

Viaggiare senza Green Pass non ha a che fare con una ribellione verso la società, è stato piuttosto una nuova forma di viaggio, una buona occasione, dove si è cercato di trarre il positivo da una realtà difficile, nel rispetto di tutti.

Riccardo Ferrarini Finetti



16 thoughts on “Viaggiare senza green pass: un nuovo approccio al turismo”

  • Per me questo è il modo migliore di fare viaggi, proprio quelli a contatto con la natura

  • sono stata in campeggio tante volte ma ad oggi preferisco molto di più le comodità…quindi anche in campeggio opto per soluzioni comode

  • Ho letto con molto interesse il tuo articolo…. Io purtroppo sono stata obbligata a fare il green pass per viaggiare…. È tutto così complicato…sono dovuta rientrare in Italia per il terzo vaccino….mi piacerebbe molto affrontare il tutto come te

  • ammiro molto la tua capacità di adattarti. Nonostante la poesia di un piatto di tortelli di zucca davanti al tramonto, non sarei mai capace di dormire in campeggio o non sedermi a tavola per cena! E’ un mio limite, lo ammetto

  • La penso esattamente come te. Anche noi siamo contrari a questa dittatura e stiamo cercando alternative per viaggiare comunque in serenità. Vogliamo ad esempio provare ad affittare un camper e vedere come ci troviamo, per poi magari acquistarlo e provare una nuova tipologia di spostamento.

    • Quella del camper mi sembra un’idea davvero interessante, anche perchè ti lascia molte più libertà rispetto ad una tenda!

  • il tuo articolo è interessate per le tipologie di viaggio. ho passato la mia infanzia in campeggio e ne ho dei bellissimi ricordi. Mi piacerebbe molto tornarci per una vacanzina. Inoltre sono anch’io una grande camminatrice e mi piace camminare a testa in su, per ammirare murales, natura e quello che mi circonda. però sono anche una grandissima amante di musei, mostre, teatro e cinema. non solo sono la mia passione, ma anche il mio lavoro quindi ho il green pass e per me una vacanza deve comprendere anche questo.

  • Chi ama viaggiare, mangiare, vivere … trova sempre il modo di fare le cose che ama, brava Patrizia, che non ti sei arresa e hai trovato la tua nuova dimensione , in attesa che ci venga resa la libertà senza green pass o altro

  • Una riflessione molto interessante.
    Anche noi abbiamo rivisto il nostro stile di viaggio in questo periodo. Da sempre diretti verso mete asiatiche, abbiamo imparato a riscoprire la nostra bella Italia.
    Così abbiamo trasformato quello che per alcuni era un problema, in opportunità, come hai fatto tu

  • Ammiro il sapersi adattare in ogni situazione, senza dubbio io non riuscirei a fare campeggio perché non è il mio stile di viaggio Preferisco il glamping ma il mondo è bello perché è vario!
    PS: auguri per il matrimonio!

  • L’approccio di viaggiare così mi piace tantissimo, si ha la possibilità di godersi quello che madre natura ci regala o almeno quello che ci rimane.
    Ps: auguroni per il matrimonio e soprattutto adoro il rito scelto!

  • L’uomo si adatta a tutto e ammiro la tua adattabilità alla situazione, io ho fatto campeggio da ragazza ma sinceramente ora non fa per me però comprendo la coerenza alla scelta fatta e al trovare nuove alternative.

  • Non ci sono limiti sennò quelli mentali che ci creiamo da soli. Viaggiare è sempre stato possibile e le alternative sono tante. Voi avete trovato il modo di farlo e direi anche in ottimo modo!

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