Bussana Vecchia – #cercamiinpiazza n.3

Dopo un lungo stop, ecco che riprende la rubrica dei #cercamiinpiazza. Un solo indovinello, ma che, per la prima volta, ho indovinato senza indugi. Siamo in Liguria e stiamo per scoprire uno dei luoghi più affascinanti del territorio: Bussana Vecchia.

Vuoi percorrere le mie strade ma sei malridotto?
Vengo chiamata la Vecchia e ti darò solo dei numeri che sono otto
78812032

Non è l’annuncio di una medium trovato su una rivista degli anni ’90, ma l’indovinello che il mio Genealogista mi ha posto questa volta per scoprire il luogo d’incontro. Penso di aver impiegato circa 2 minuti ad indovinare la meta: Bussana Vecchia.

Il terremoto e l’abbandono del borgo

Era il 23 febbraio del 1887 (78812032 al contrario), quando il terremoto distrusse quasi totalmente il paese. Gli abitanti, evacuati dal centro, si spostarono a fondovalle, sul mare in quella che oggi è conosciuta come Bussana Nuova. Per anni, la parte alta rimase disabitata, fino a quando qualcosa cambiò alla fine degli anni ’50. Ma torniamo un attimo indietro nel tempo.

Bussana Vecchia fu fondata in epoca romana, ma con l’avvento dei Longobardi, gli abitanti si spostarono in riva al mare. Fu in seguito alle invasioni dei saraceni che decisero di tornare sulle alture per difendersi. Dopo la costruzione del castello ad opera dei Conti di Ventimiglia, la Repubblica di Genova acquistò il borgo, lasciando agli abitanti una sorta di indipendenza.

Durante questo periodo si accentuò la caratteristica struttura a pigna dell’abitato; ancora oggi si può vedere la stratificazione su più livelli del paese, a causa della forma dell’altura su cui sorge. Si tratta di una zona che molto spesso veniva colpita da terremoti, per questo sono rimasti gli archetti di collegamento fra gli edifici, che aveva una funzione di stabilità strutturale. Nulla è però servito a salvare Bussana Vecchia dal terremoto del 1887.

Bussana Vecchia Resilient

Quale miglior esempio di resilienza se non Bussana Vecchia? Tra il finire degli anni ’50 e gli inizi degli anni ’60, si ebbe il primo segnale di ripresa. Il ceramista torinese Mario Giani, in visita al borgo, decise di fondarvi una comunità di artisti, con tanto di Statuto proprio, al fine di regolare i rapporti interni fra gli abitanti. Mancava tutto a quel tempo: acqua, fognature, rete telefonica, corrente elettrica. Quello che questi artisti fecero, fu una vera e propria ricostruzione.

Accorsero da tutto il mondo per venire ad abitare in questo luogo di pace, dove il filo conduttore era solamente l’arte. Negli anni ’80 venne rinnovato lo Statuto con la nascita della Nuova Comunità Internazionale Artisti (NCIA). Il segno della volontà di creare qualcosa di unico, dove la cooperazione fra le persone resti il fulcro del paese.

La cosa curiosa riguarda la speculazione immobiliare a cui si è assistito negli ultimi anni. Le abitazioni che in passato sono state ristrutturate vengono oggi acquistate da nuovi artisti che vogliono trasferirsi a Bussana Vecchia, ma chi incassa il denaro, dato che non esistono atti o certificati di proprietà?

Cosa resta oggi

Bussana Vecchia ospita ancora questi artisti che espongono le loro opere all’interno delle abitazioni o fra gli stretti caruggi del borgo. Nel tempo la comunità si è organizzata e oggi è possibile rifocillarsi e soggiornare presso le strutture del paese. Restano ancora da ammirare gli edifici barocchi parzialmente distrutti dal terremoto, come la Chiesa di S. Egidio, oggi un perimetro di mura senza più la copertura.