Taste the world: 5 esperienze gastronomiche da non perdere

I ristoranti che mi hanno conquistata

Si fa presto a dire “proviamo quel locale”, ma sono pochi i ristoranti che mi hanno davvero colpita al punto da voler ritornare. Differenti per tradizioni, metodologie di lavoro, materie prime e stile, sono poche quelle identità che hanno lasciato un segno. Un po’ per la mia continua voglia di sperimentare e un po’ per la mia selettività, ho pensato di condividere con voi gli eletti che si sono aggiudicati il premio di esperienze gastronomiche da non perdere.

AVEC – CHICAGO

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Come faccio spesso (anzi sempre), prima di visitare una una città, sfoglio la lista di luoghi consigliati da Anthony Bourdain. Nell’elenco di Chicago trovo Avec: cucina mediterranea in una location luminosa e di condivisione.

Il lungo tavolo di legno ‘ costringe’ a sedersi tutti insieme a condividere quella che sarà un’esperienza umana, ma soprattutto di una cucina semplice e al tempo stesso di grande impatto. Non posso che iniziare con il piatto forte dello chef Dylan Patel, i medjool dates: medaglioni di chorizo con datteri, bacon e salsa piccante. C’è tutto il mediterraneo in ogni boccone, un viaggio dalla Spagna al Marocco, stando comodamente seduti a tavola.

Proseguo con una fideo paella con anatra confit, carciofi, finocchi, salsa ajoli, e boudin di lumaca; un’ accozzaglia di ingredienti? No, la perfezione del gusto. Indecisa se giocarmi la carta dolce o meno, mi butto sul gelato al sesamo con cioccolato e fragole. Nella ‘semplice complicatezza’ del tutto, è attualmente il ristorante che mi offre i migliori ricordi legati al gusto.

MOMOFUKU – WASHINGTON/ NEW YORK

David Chang è un genio. Sapere che recentemente ha chiuso le porte del suo ristorante a Washington m ha rattristata, perchè ho ancora i sapore della crack pie (in realtà creata da Christina Tosi) in mente. Chef Chang è riuscito a creare un impero dal nulla, conquistando due stelle Michelin e diventando una star televisiva.

A conquistarmi è stato il ramen; secondo le sue parole è ‘semplice e complesso’ in quanto le combinazioni sono infinite. La sua formula base prevede la realizzazione di un buon brodo, conferendogli la giusta sapidità con salsa di soia, di pesce, zenzero e salsa piccante. Importante è l’aggiunta di verdure, proteine e noodles. A guarnire il tutto cipollotto, olio e semi di sesamo. Semplice no?

RAW LOVE – TULUM

Facciamo giusto una colazione! Le ultime parole famose. Non penso si possa neanche definire ristorante un chioschetto con delle amache e delle panchine sulla spiaggia in un bosco, ma l’atmosfera è qualcosa di indescrivibile.

Come si evince dal nome, serve solo cibo crudo e l’esplosione di sapori è degna delle migliori esperienze gastronomiche da non perdere. Dopo la bowl e lo smoothie però, ho ancora fame e così ordino un raw pad thai. Chi mi conosce sa che ho un debole per questo piatto thailandese, perciò ho qualche dubbio ne  provare la sua versione vegana e cruda.  Al posto della pasta hanno usato spaghetti di zucchine, verdure saporitissime e ad amalgamare tutto una salsa agli arachidi da perdere la testa. Forse con il kombucha a chiudere il pasto, ho esagerato un tantino, ma l’esperienza è stata indimenticabile.

LOCANDA PERBELLINI – MILANO

I miei pre-partenza sono sempre un po’ gourmet. Prima di ogni viaggio, per farlo iniziare nel migliore dei modi, mi regalo spesso un pranzo importante. Così, prima di prendere il volo per Marrakech, pranzo alla Locanda Perbellini.

Forse non tutti sanno che ho due piatti preferiti, uno dei quali è il vitello tonnato. Lo uso anche come scala di paragone per giudicare un ristorante e la Locanda ha fatto centro. Carne tenerissima, salsa saporita e presentazione che sembra quasi un quadro.

Per seguire scelgo le mezze maniche con crema di cannellini ed emulsione di guanciale; quello che però mi lascia senza parole è la paprika affumicata che da lo sprint perfetto. Concludo in dolcezza con la millefoglie, il cavallo di battaglia dello chef e non mi sento di contraddire nessuno a riguardo.

FARMACIA DEL CAMBIO – MERCATO CENTRALE TORINO (ora non c’è più lì)

La tradizione culinaria piemontese è qui, in questo luogo, in un mercato gastronomico dove tutto profuma di buono. Scelgo la Farmacia perchè gia il nome mi sa di qualcosa che possa curarmi l’anima, il corpo e lo spirito. E così è stato: quel pane caldo, i grissini croccanti e il calice di Barbera mi fanno già sentire meglio.

Poi eccolo, lui, il vincitore assoluto di ogni competizione: vitello tonnato. Preparato passo a passo davanti ai miei occhi come fosse una tela dipinta dal pittore. Incredibile, non saprei descriverlo meglio, così come gli agnolotti del plin e il gustosissimo sugo di arrosto.

A questo punto sento già che tutti i miei acciacchi se ne sono andati, ma ancora mi manca la pillola della felicità: il Gianduiotto. Cioccolato, more, nocciole con la Mole Antonelliana a decorare il capolavoro. Addento subito un pezzo della Mole, ma è quando degusto tutti i pezzi assieme che mi commuovo. Già, perchè è successo proprio questo, ridevo con gli occhi lucidi, perchè è proprio vero che il cibo cura l’anima.