Orvieto in un giorno: cosa non perdersi

Dal latino Urbs Vetus, ossia Città Vecchia. Solo l’etimologia fa pensare alle antiche origini del luogo. Altra versione papabile è quella che la indica come luogo sacro a Vesta (Hurth vi Volthe) in epoca etrusca. Questa è la teoria che più accredita il passaggio degli Etruschi in questa zona. Non fu solo un punto di snodo, ma un vero e proprio avamposto politico e religioso, che passò poi nelle mani dei romani con la conquisa da parte di Marco Fulvio Flacco. Le testimonianze che ancora oggi si possono ammirare rappresentano la stratificazione delle epoche storiche e delle dominazioni che Orvieto ha avuto nel corso della sua storia: Longobardi, Goti, Carolingi. Vediamo ora le attrazioni da non perdere!

1. Duomo di Orvieto

Impossibile visitare Orvieto senza vedere il Duomo. Un capolavoro dell’architettura gotica in stile italiano. In realtà si tratta della Basilica Cattedrale di Santa Maria Assunta e presenta una facciata talmente elaborata che richiese lavorazioni più lunghe rispetto all’edificio in sé. Già dai vicoli medievali, quando si intravede la sagoma del Duomo, si resta senza parole. Una costruzione maestosa, con colori che riflettono la luce e illuminano la piazza dove ristoranti e negozietti fanno da sfondo ad una scena dove il protagonista è uno solo: il Duomo di Orvieto.

2. Pozzo di San Patrizio

Da sempre mi ricorda il pozzo della Quinta da Regaleira a Sintra, in Portogallo. Il nome deriva dalle similitudini fra questa costruzione e quella dove il santo irlandese era solito rifugiarsi. La sua funzione era però ingegneristica: far si che l’acqua non mancasse mai ad Orvieto. Si può scendere lungo i 258 scalini per avere una visuale lungo tutte le 72 finestre verso il pozzo. L’architetto- ingegnere Sangallo ha scavato lungo il tufo, materiale su cui la città è edificata e oggi chi vi lancia una monetina, pare possa vedere i propri sogni realizzati.

3. Vicoli medievali

Orvieto ha visto passare nel corso degli anni molte popolazioni che hanno lasciato testimonianze di ogni genere. Esiste un quartiere medievale che conserva al meglio il lascito di questo periodo storico, chiamato Quartiere della Cava. Pare che il nome derivi dal fatto che fosse presente una cava di tufo. Ad oggi si possono ancora ammirare le tracce di quel periodo con le fornaci delle ceramiche e con i pozzi utilizzati per smaltire i rifiuti. In fondo alla via della Cava si erge la Porta dei Papi, ovvero la porta che segnava l’ingresso ad Orvieto.

4. Città sotterranea

Orvieto può essere considerata una doppia città: una visibile a tutti che si erge sopra le rocce di tufo, l’altra nascosta e sottoterra. Esistono degli appositi tour per poter visitare la città sotterranea che è composta da grotte, cisterne, pozzi e passaggi. E pensare che venne scoperta casualmente dopo una frana. La particolare conformazione del tufo ha permesso nel corso dei secoli agli abitanti di costruire quei labirinti che ancora oggi si trovano al di sotto della città. Gli usi sono stati svariati, da riparo e nascondiglio dai nemici, fino a vere e proprie botteghe ed abitazioni provvisorie.

5. Fortezza di Albornoz

La fortezza è la prima opera che si vede lasciando la macchina al parcheggio principale di Orvieto. Di per sé non era un’operazione semplice quella di arrampicarsi sul tufo per raggiungere Orvieto, ma per scoraggiare ancora di più eventuali invasori, venne edificata questa fortezza. Dopo varie distruzioni e rifacimenti, oggi ospita il parco pubblico, da cui è possibile ammirare una vista mozzafiato su tutto il territorio circostante. Un luogo fuori dallo spazio e dal tempo, dove rilassarsi e riposarsi dopo la camminata.

Cosa mangiare ad Orvieto

Personalmente mi sono buttata sul salato (come sempre, verrebbe da dire). Sentivo l’odore della porchetta già appena scesa dalla macchina e per questo vado diretta verso la Bottega Roticiani e mi trovo davanti il paradiso. Una norcineria in tutto e per tutto: il banco della carne è qualcosa di poetico e il panino con la porchetta, inutile dire che era sensazionale. Essendo io un’amante dello street food, scelgo come seconda opzione una torta al testo da passeggio. Molto buono il prosciutto di Norcia e la cicoria ripassata, meno convincente la torta in sé, ma nel complesso tutto approvato.