I sentieri delle Quattro Province: escursioni da non perdersi

Atlante alla mano e vediamo che c’è un territorio nel nord dell’Italia, dove quattro regioni si incontrano. Sono la Lombardia, l’Emilia Romagna, il Piemonte e la Liguria. Un attimo e sei a mangiare un piatto di pisarei e fasö e quello dopo a bere un bicchiere di Buttafuoco in Oltrepò Pavese.
Come dice Fabrizio Capecchi: ‘Le strade, però, non conoscono confini’. Ed è così che nasce la rete di sentieri delle Quattro Province che collega le vallate di questa zona, dove i monti, anzichè dividere, hanno unito le popolazioni del luogo.

#1 Il monte Gifarco e la spada nella roccia

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Il percorso parte da Fontanigorda, un piccolo paese della provincia di Genova, famoso per le sue fontane da cui sgorga freschissima acqua di sorgente. I sentieri sono ben segnalati e per giungere in vetta, dovrete seguire il cerchio giallo. All’ombra dei boschi non si presenteranno difficoltà sino al tratto finale, dove troverete un canalino di roccia da superare con una breve arrampicata. Una volta arrivati a 1380 m, la vista spazierà dal mare, al lago di Giacopiane, fino a tutti i monti della vallata. Ma ad attirare la vostra attenzione, sarà la spada nella roccia; alcuni la legano a San Galgano, lo stesso che la lasciò a Siena, mentre altri ad un misterioso cavaliere templare. Leggende a parte e dati alla mano, il tragitto di sola andata è pari a 1 ora e 30 minuti con un dislivello intorno ai 600 m ed una vista impagabile. Si tratta di uno dei sentieri delle Quattro Province più panoramici.

#2 Giro del Postino

Siamo in Val Boreca e in questi di 18 km ad anello (circa 6/ 7 ore), ripercorriamo i passi di Franco e Pino Rebollini, i due eroi che ogni giorno consegnavano la posta agli abitanti di questi paesi. Artana, Bogli, Belnome, Pizzonero e Suzzi sono i luoghi che attraversavano tra boschi, storia e magia. Le meraviglie naturali sono quelle di una vallata incontaminata, dove ancora si possono ammirare le aquile reali e i gigli selvatici. I borghi parlano da sè: la storia passata trasuda attraverso le pareti delle case e i muretti a secco. Se a Pizzonero possiamo rivivere i tempi passati attraverso i suoni dei pifferi e delle fisarmoniche, a Suzzi ci sembrerà di essere finiti nel mondo delle favole con il suo mulino e la limpida cascata. Mi raccomando, chiedete di raccontarvi la storia di Nito e della cascina Bucalon!

#3 Passo del Condottiero

Partiamo dal Passo del Giovà, lungo un percorso di 18 km.  Il tracciato è segnalato anche con il nome di Via Longa, che unisce le quattro regioni, o con il numero 101. Il percorso alterna tratti boschivi a tratti dove la visuale è libera a 360°C: dall’Alta Valle Staffora, alla Val Trebbia, i borghi di Varzi e Bobbio vi accompagneranno in questa avventura. Giunti nei pressi del Monte Tartago (da Kartago – Cartagine), si dovrà imboccare il sentiero che conduce al Monte Lesima. L’origine del suo nome è curiosa: si dice che Annibale si ferì alla mano in questo luogo (lesa manus) e ancora oggi si ricorda questa vicenda. Dal Prodongo si passa per Cima Colletta, fino ad arrivare al Monte Penice, tra Menconico e Bobbio.

#4 Da San Fermo al Monte Antola

Svalliamo in Val Borbera dove i sentieri delle Quattro Province di certo non mancano. Siamo in provincia di Alessandria e quello che stiamo per intraprendere è un percorso di circa 4 ore e 30 minuti, di 15 km, segnalato con il numero 200. Siamo all’interno del Parco dell’Antola, di cui l’omonimo monte rappresenta una delle vette più importanti dell’Appenino dell Quattro Province. San Fermo è un valico che fa da confine tra la Val Vobbia e la Val Borbera. Giunti in cima al Monte Buio (1402 m), sarà possibile ammirare anche la Val Curone. Dopo parecchi sali e scendi, arriviamo al Monte Antola, dove un’ultima salita ci porterà alla croce bianca a 1597 m di altezza. Se da un lato vedremo il mare, dall’altro avremo la Val Brevenna e ancora il Lago del Brugneto.

#5 Anello del Monte Penna

Un itinerario breve di 6,5 km per un totale di 2 ore e 30 minuti, indicato con il segnavia A5. Siamo passati in Val d’Aveto, famosa per i suoi animali selvatici: si dice che non si può lasciare la valle senza aver visto i suoi cavalli selvaggi. Il tratto che darà inizio al percorso è denominato ‘la Nave’ a causa della forma dovuta all’antico distacco del ghiacciaio che ricorda la chiglia di un’imbarcazione. Si prosegue con una scelta: gli escursionisti esperti possono scegliere la via ferrata, mentre chi ha meno dimestichezza può optare per il sentiero che attraversa il Passo dell’Incisa. Dalla cima del Monte Penna (1735 m), nelle giornate migliori, si riuscirà a scorgere addirittura la Corsica. Al monte sono legate molte leggende, le mie preferite sono quelle che raccontano le gesta dei popoli Liguri con i loro druidi, in battaglia contro i romani.

Questa è una breve introduzione dei sentieri delle Quattro Province. Sentieri, leggende, paesaggi e persone che danno vita a storie che verranno tramandate nel corso del tempo.